Sala del Parlamento
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Sala del Parlamento

ed il quadrato magico

Descrizione

Nella loggia attigua alla Chiesa di san Lorenzo in Paggese, nel ‘500, si teneva il Parlamento di tutto il territorio e Vicariato di Acquasanta ossia delle ville di Acquasanta, Cagnano, S.Maria de Aquis (oggi Santa Maria), Arola, Torri (Torre Santa Lucia), Predicava, Valledacqua, Collemartello e Luco, futuro Sindicato di Luco ed Acquasanta (cfr. don Virginio Cognoli,  “Acquasanta 939-1914”, Monografie vol. II, Ascoli Piceno 1995).

L’affresco

Il grande affresco della parete ovest potrebbe risalire al ‘400 ed attribuibile a Stefano di Pietro, pittore genovese molto attivo in Ascoli dal 1430 al 1475, che il 16 settembre 1467 ebbe una controversia con i Sindaci della chiesa di San Lorenzo “ … circa la retribuzione che gli spettava per certe pitture eseguite in detta chiesa…” come ricorda il Fabiani in “Ascoli nel quattrocento”. Dei tre santi rappresentati nell’affresco sono chiaramente individuabili San Sebastiano a sinistra  per le frecce che attraversano il suo corpo e San Rocco a destra, giovane pellegrino invocati sin dal XV secolo contro il flagello della peste. Non a caso come vedremo molti graffiti dell’affresco ricordano la terribile malattia. In posizione centrale un vecchio dalla lunga barba bianca seduto e benedicente, vestito del saio e con il bastone da eremita: attributi di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali  ed invocato contro “Il fuoco di sant’Antonio, mentre il libro aperto fa pensare a sant’Antonio da Padova; forse all’epoca fecero un po’ di confusione. In ogni caso una ulteriore curiosità storica è rappresentata dai graffiti che furono tracciati sulla superficie cromatica dell’affresco.

I graffiti offrono una cronaca spicciola in cui le notizie drammatiche (la peste, l’uccisione di un uomo) si mescolano a quelle liete e festose (uno sposalizio o il numero di animali da cortile uccisi per festeggiare una ricorrenza) ed alle quotazioni dei prodotti agricoli. L’accurato restauro ha conservato oltre che il magnifico affresco anche i graffiti che rappresentano lo spaccato di vita del nostro borgo dal 500 all’800.

l’affresco

I graffiti

L’affresco raffigura un Santo seduto e sulla sua pellicola cromatica ignoti  del passato hanno graffito testimonianze di vita che oggi rappresentano reperti storici di notevole importanza spesso decifrabili che appassionano ricercatori locali e di fama. I graffiti offrono una cronaca spicciola in cui le notizie drammatiche (la peste, l’uccisione di un uomo) si mescolano a quelle liete e festose (uno sposalizio o il numero di animali da cortile uccisi per festeggiare una ricorrenza) ed alle quotazioni dei prodotti agricoli.
Su tutti spicca il noto crittogramma o quadrato magico del Pater Noster:

S A T O R

A R E P O

T E N E T

O P E R A

R O T A S

La frase è palindroma, leggibile cioè anche da destra a sinistra. Le cinque parole del quadrato possono essere lette per righe da sinistra a destra e viceversa e dall’alto in basso e viceversa. Inoltre le due diagonali, il rigo e la colonna centrali sono palindromi. Le cinque parole contengono le due parole “Pater Noster. Il crittogramma analogo ad altri esemplari posteriori al III sec. d.C., appare diversamente disposto. Le parole Sator, Arepo, Tenet, Opera, Rotas, incrociate verticalmente ed orizzontalmente significano: Iddio domina la terra, le opere (degli uomini) e il decorso (della vita), ovvero le sfere (del creato).

quadrato magico

La porta delle femmine

Nella sala rimane una lunetta di travertino sopra una porta murata: l’antica “porta delle femmine” traslata nel 1912 sul fronte della chiesa che guarda la piazza. Nella chiave di volta è scolpita la data 1276: la data di edificazione della chiesa incisa sulla porta principale.

porta delle femmine – particolare

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