Immerso nel verde in un bellissimo parco il Palazzo AMICI-MERLO risulta, a prima vista, dall’aspetto abbastanza anonimo, appena impreziosito dai molti balconcini semicircolari e ringhiere in ferro bombate di foggia barocca. Sul cancello d’accesso al parco, a sinistra del palazzo, è stata posta una pietra parlante datata 1645 recuperata altrove, bene-augurante: Pace a questa casa ed a tutti coloro che ne usufruiscono; pace dove c’è e rimane lo stesso Dio.
L’acqua della fontana accostata al muro di cinta del parco proviene dalla sorgente delle Padule, dalle terre degli Amici sopra Luco, e trasportata sin qui da un acquedotto privato.
Entrando nel parco a destra del palazzo si scorge un portale importante, sormontato da uno stemma nobiliare illeggibile e dalle lettere D ed M; probabilmente si tratta dell’antico accesso principale del palazzo.
L’interno del palazzo conserva ancora il fascino di una residenza nobile con gli antichi legni i soprammobili, i tendaggi e i tappeti rimasti come al tempo del suo più illustre proprietario: don Nicola Amici.
Notevole la sala dei ricevimenti con volta reale affrescata, illuminata da un enorme lampadario in vetro di Murano con i mobili in stile rococò contenenti pregiate porcellane. Nella sala una chicca: un ritratto di giovane a carboncino, non datato, opera di fra’ Paolo Augusto Mussini (Reggio Emilia 1870 – Roma 1919).
Da visitare il parco tenuto con amorevole cura da Meneca de Cenze (Domenica Poli) vedova di Giuseppe Merlo, ultimo proprietario-residente del Palazzo. Ricco di piante esotiche e rare, colorato da stupendi fiori viene spesso richiesto dalle spose per indimenticabili e romantiche foto-ricordo del loro giorno più bello.
Giuseppe Merlo (Ripatransone 1903 – ) Socialista e libertario, istruito dalle idee moderne e controcorrente di don Nicola, accolse e dette rifugio ai partigiani italiani e slavi; nel suo palazzo duranti i mesi bui della 2° Guerra Mondiale i patrioti e i dissidenti ascoltavano con trepidazione Radio Londra. Merlo fu il Sindaco della Liberazione.
Don Nicola Amici Matematico, fisico ed astronomo di fama nazionale ed internazionale don Nicola fu Umanista e letterato ma anche umile prete. Nacque a Paggese nel 1865 e vi morì nel 1944 dopo aver insegnato a Macerata, a Firenze e a Roma ed aver frequentato scienziati del calibro di Enrico Fermi e aver dato il suo mirabile contributo alla scienza, anche con pubblicazioni sulla Teoria della Relatività, trattati di Matematica e di Cosmografia.